“Il mestiere dell’attore” - Le classi IV del Liceo Classico incontrano Alessandro Averone
“Il mestiere dell’attore” questo il tema dell’incontro che gli studenti delle classi quarte del Liceo Classico “L. Lagrangia” hanno avuto con Alessandro Averone, attore di teatro ma anche di film e fiction televisive.
Un incontro finalizzato all’orientamento post diploma con l’intenzione di proporre professioni “insolite”, con percorsi non sempre così conosciuti e consueti.
Ma l’incontro è stato decisamente molto di più di una scambio di informazioni ; è stato il racconto di un’esperienza di vita , di una passione e di un sogno che si è realizzato.
Il primo approccio alla recitazione comincia da studente del liceo Classico “Luigi Lagrangia” quando frequenta il laboratorio teatrale che si teneva in orario pomeridiano. Appena diciassettenne, dopo la maturità, Alessandro si trova nelle condizioni di dover fare una scelta per il suo futuro: una scelta tradizionale e familiare per la facoltà di medicina oppure una scelta dai contorni decisamente meno chiari verso la recitazione. Non si preclude nulla e si dedica sia al test di ingresso alla facoltà di medicina e poi anche alle audizioni per entrare all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico” di Roma. Man mano che procedono le selezioni all’Accademia diventa sempre più consapevole della strada che vuole intraprendere e quindi rinuncia alla medicina e si dedica completamente alla recitazione.
Da questo momento in avanti l’incontro con gli studenti è diventato il racconto di un vissuto personale, di emozioni e sentimenti che si intrecciano alle esperienze professionali.
Ha spiegato come ogni ruolo è una sfida e un’opportunità di esplorare le proprie emozioni e di mettersi in connessione con il pubblico in uno scambio emozionale di grande potenza.
Ciò che ha colpito è la determinazione con cui si è messo in gioco, in un contesto "diverso" e insolito per un liceale che si trova a scegliere un percorso universitario, riconoscendo anche che la famiglia lo ha sostenuto e non ostacolato.
Penso che il messaggio più importante che ci abbia lasciato sia proprio questo: fare le proprie scelte, seguire le proprie inclinazioni e impegnarsi con serietà per sentirsi realizzati.
Un racconto che non ha nascosto la precarietà di questo lavoro, le sue incertezze; la consapevolezza che da un provino si può anche uscire perdenti e si deve quindi imparare a metabolizzare un rifiuto affinchè non si trasformi in fallimento e disistima verso sé stessi.
Numerosi gli aneddoti, anche divertenti, di una carriera ormai venticinquennale che lo ha portato a lavorare con registi teatrali del calibro di Federico Tiezzi, Peter Stein e Gigi Proietti; protagonista del film per la televisione di G. Battiato “Max ed Helene” e nel cast di fiction di successo.
Averone ci ha esortato a provare e sperimentare di tutto, proprio per riuscire a capire dove davvero vogliamo andare e a che cosa vogliamo davvero dedicare la nostra vita. Ha ribadito che il nostro scopo non deve essere solo quello di trovare un lavoro, ma anche di vivere la vita, per renderla, con il mestiere che si svolge, non monotona e sicura, ma in grado di attrarci, incuriosirci e di portarci alla felicità.
La sua testimonianza ci insegna che la realizzazione personale non passa necessariamente da percorsi predefiniti, ma dalla determinazione nel perseguire ciò che ci fa sentire davvero noi stessi.
Grazie Alessandro!
Gli studenti del Lagrangia
Due scatti dell'incontro